Il consumo di caffè e tè è una consuetudine alimentare importante e frequente in diverse culture in tutto il mondo. Sono stati effettuati quindi molti studi epidemiologici relativi all'associazione tra consumo di caffè e tè e sviluppo di cancro in vari siti anatomici. I risultati di recenti meta-analisi suggeriscono che l'uso moderato di queste bevande può ridurre l'incidenza totale del cancro negli esseri umani.
Il consumo di una tazza al giorno è stato associato ad una riduzione di rischio del 3% dei tumori in generale. In particolare la riduzione di rischio e protezione connessa al caffè è associata al cancro endometriale e quello epatico. Per il cancro del colon-retto, della bocca e della faringe, dell'esofago, dello stomaco, del seno, del pancreas, del rene, della vescica, dell'ovaio, della prostata e nelle leucemie, il consumo regolare di modiche quantità sembra avere un effetto debolmente protettivo oppure non avere alcun effetto. Ulteriori indagini sono attualmente in corso.
La situazione cambia però se c'è un elevato consumo quotidiano di caffè, associandosi ad un aumentato rischio di cancro della vescica in alcune popolazioni e tra i soggetti maschi. Anche il consumo di quattro o più caffè al giorno aumenta significativamente il rischio di cancro del pancreas.
Sembra quindi che un consumo regolare di piccole quantità di caffè e tè verde possano aiutare nella prevenzione di rischio di molti tipi di cancro mentre il consumo quotidiano di grandi quantità possa invece aumentare il rischio di diversi tipi di neoplasie.
Dati limitati supportano un effetto protettivo del tè verde sulla carcinogenesi polmonare ed epatica, come pure sulla carcinogenesi mammaria in donne in premenopausa. In studi osservazionali sulla donna sono state riportate anche significative associazioni tra assunzione di tè verde e diminuita insorgenza di cancro ovarico ed anche una migliore prognosi di tale neoplasia.
Anche se gli studi osservazionali non supportano un ruolo benefico del tè verde sui rischi di cancro della prostata, studi clinici di fase 2 hanno dimostrato un effetto inibitorio dell'estratto di tè verde contro la progressione di lesioni pretumorali della prostata.
Sono in corso studi sui polifenoli derivati dal tè verde per capire i meccanismi alla base dell'azione antitumorale di tali composti. In studi di laboratorio è stato mostrato che tali composti possono modulare diverse vie metaboliche e di trasduzione del segnale e favorire processi cellulari quali l'apoptosi, la proliferazione cellulare e l'inibizione dell'angiogenesi.
FANCY TIPS
Come sempre non bisogna limitarsi all'esame del prodotto in sé ma vederlo nel suo contesto ambientale. Té e caffé sono prodotti, a causa dell'enorme consumo, di coltivazione intensiva industriale e come tali soggetti ai trattamenti fitosanitari e antiparassitari che ben conosciamo per la loro pericolosità sulla salute umana, anche in questo caso, in totale assenza e controllo diretto verso i paesi esteri di origine. Nessuno studio o documentazione posso portare al riguardo ma la connessione delle alte dosi con l'aumento di rischio di diversi tipi di neoplasie mi conferma nella convinzione che la sostanza manifesta solo gli effetti benefici quando assunta in dosi minime, mentre agli alti dosaggi emergono drammaticamente gli effetti degli inquinanti.
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