Troppi residui di fitofarmaci nei
pomodori freschi
di ingrandimento sono i pomodorini a grappolo, ciliegino, Pachino e marzanino e di origine italiana
ad eccezione di tre campioni che provengono dalla Spagna. Rosso pesticidi: è la nuova inchiesta
del mensile Il Salvagente che punta i riflettori sui pomodori. Quelli da mangiare freschi, d’estate.
Un ortaggio che deve essere il più possibile pulito e libero da residui di trattamenti e pesticidi.
La rivista ha così portato in laboratorio 12 tipologie di marchi differenti per verificare la presenza
di metalli pesanti e pesticidi. Cosa è emerso? Campioni tutti regolari e solo due bocciati dalla rivista
per la presenza di multiresidui. Sono proprio questi a sollevare le domande principali della testata:
davvero un ortaggio ha bisogno di tanta chimica?Le varietà di pomodori finite sotto la lente di
ingrandimento sono i pomodorini a grappolo, ciliegino, Pachino e marzanino, tutti reperiti a Roma, e
di origine italiana ad eccezione di 3 campioni che provengono dalla Spagna, acquistati presso Lidl,
Eurospin ed Esselunga. Sono state fatte analisi per verificare la presenza di metalli pesanti e pesticidi.
Quello che emerge è la conformità alla legislazione in materia. Ma non basta a rasserenare del tutto,
perché a preoccupare sono soprattutto i multiresidui, che alimentano una sfilza di domande da parte
del mensile: “Tutti quelli da noi testati rispettano i limiti di legge e per questo sono conformi. Ma la
presenza ricorrente di più pesticidi può davvero rassicurarci? Portare in tavola un pomodoro nel quale
ben 16 residui hanno lasciato traccia di trattamenti fitosanitari, può lasciarci tranquilli? E senza
escludere un possibile effetto cocktail, l’azione combinata sulla salute umana di basse dosi di principi
attivi copresenti nell’alimento, viene da chiedersi se un ortaggio abbia bisogno di così tanta chimica”.
Le analisi escludono la contaminazione da metalli pesanti, cadmio, piombo e rame. Per quanto
riguarda i pesticidi, nessun prodotto ha superato i limiti di legge per quanto riguarda le singole sostanze
riscontrate. Sui multiresidui il test segnala 16 sostanze su un campione di pomodorini, di cui
12 fungicidi e 4 insetticidi. Su un altro campione ci sono 5 residui, su altri due prodotti 4 tracce di
fitofarmaci. I pomodorini sono a norma di legge ma il tema sollevato è quello dell’azione combinata di
basse concentrazioni di molecole diverse, noto come effetto cocktail, da tempo segnalata nelle
inchieste sul cibo fatte dal Salvagente.Alla luce dei risultati dei test effettuati la domanda posta dalla
rivista è se sia possibile coniugare la qualità del pomodoro senza ricorrere a fitofarmaci e pesticidi.
Un fronte nutrito di ambientalisti e agricoltori biologici, racconta l’approfondimento della testata, ha
chiesto al Governo una maggiore tutela dell’ecosistema e dei cittadini, chiedendo al contempo leggi e
sanzioni certe contro chi inquina. L’occasione è offerta dal Pan pesticidi, il Piano d’azione nazionale
per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che ogni cinque anni viene sottoposto a consultazione e
poi licenziato dagli esecutivi per governare l’uso dei pesticidi in ambito politiche agricole e ambientali.
La ricerca medica non può contrastare la verità insindacabile ufficializzata da BIOFARMA essendo la stessa biofarma a finanziare la ricerca ( così in tutto l'occidente) mentre gli stati, i governi e lo stesso Consiglio d'Europa sono spesso succubi alle volontà e interessi delle multinazionali più potenti ( Pfizer è tra queste ).
vedi l'intero articolo La medicina ha fatto così tanti progressi...
Qualche giorno fa è stata ritirata la proposta di legge europea per dimezzare l’uso di pesticidi: la salute dei 9 milioni di lavoratori impiegati nei campi di tutta Europa è ancora a rischio.
Molti studi scientifici segnalano che l’esposizione cronica a prodotti fitosanitari usati sulle coltivazioni causa potenziali effetti nocivi, tra cui l’insorgenza di forme tumorali, neurotossicità, disturbi del microbioma e altre patologie. Le testimonianze raccolte dall’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai-Cgil insieme a Legambiente nel report Agricoltura Sì…cura mostrano come i braccianti spesso sfruttati nell’industria agroalimentare siano le prime vittime dell’utilizzo di queste sostanze pericolose.
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