martedì 9 febbraio 2021

QUALCHE NOZIONE UTILE ( per poter parlare di 5 G )

 

  CAMPI ELETTROMAGNETICI  






          

 

 

 

Sono stati ipotizzati vari meccanismi d'azione degli EMF tra cui un 'interferenza con la sintesi e l'attività della MLT ( melatonina ). Per dare qualche cenno sommario circa i campi elettromagnetici è necessario considerare che le cariche elettriche statiche generano un campo elettrico che, quando messo in movimento, produce un campo magnetico.  Se un elettrodomestico collegato dalla spina alla presa di corrente è spento, produce solo un campo elettrico, se è in funzione invece induce un campo magnetico per la progressione della corrente nei cavi ed il suo movimento nei motori elettrici utilizzati. Pertanto campi elettrici e magnetici generalmente coesistono mentre la definizione di campo elettromagnetico si riferisce ai campi elettromagnetici alternati.

     Campi elettromagnetici a frequenze molto basse sono quelli indotti da linee elettriche ed elettrodomestici mentre quelli a frequenze più alte sono quelli generati da radiofrequenze, telefoni cellulari, ripetitori televisivi e delle comunicazioni, forni a microonde. Campi magnetici poi ad altissima frequenza sono quelli indotti da raggi X, ultravioletti e gamma. Gli effetti biologici sono relativi alla frequenza perché esiste un rapporto di proporzionalità diretta tra frequenza ed energia elettromagnetica che cresce al crescere della frequenza. Il campo magnetico è difficilmente schermabile, attraversa ogni materiale e induce correnti elettriche secondarie corporee circolari.

I PARERI SUL RAPPORTO CANCRO/CAMPI ELETTROMAGNETICI NON SONO CONCORDI.  L'Agenzia Internazioneale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici come cancerogeni del gruppo 2B, ovvero come sospetti agenti cancerogeni per i quali vi è una limitata prova di cancerogenicità negli esseri umani e un'insufficiente prova DI CORRELAZIONE NEI MODELLI ANIMALI. La maggior parte degli studi non ha stabilito nessuna chiara corrispondenza tra i due fenomeni né in ambiente domestico né lavorativo. 

   L'unico dato certo sarebbe un'inibizione sul rilascio di melatonina con riflessi sull'equilibrio neuroendocrino. Un abbassamento del tasso ematico di MLT, ormai considerata una molecola oncostatica biologica fisiologica, potrebbe però favorire l'insorgenza di neoplasie e portare a revisionare gli attuali limiti di tollerabilità degli EMF (Electro Magnetic Fields ). L'ipotesi riguarda particolarmente le neoplasie ormono-dipendenti per la capacità della MLT di diminuire la quantità in circolo di prolattina, potente fattore di crescita cellulare e di proliferazione neoplastica, degli estrogeni e del testosterone. Gli estrogeni e la prolattina nei tumori mammari e dell'utero rappresentano potenziali fattori oncogeni come lo è il testosterone nelle neoplasie prostatiche e testicolari.      Gli studi di laboratorio e gli esperimenti condotti prevalentemente sui ratti sono insufficienti e inadeguati per una diretta quantificazione del rischio cancerogeno.Ricerche sono in corso in USA e in Europa.

    L'esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza artificiale è aumentata notevolmente negli ultimi decenni. Pertanto c'è un crescente interesse scientifico e sociale per eventuali danni sulla salute anche per esposizione significativamente al di sotto degli standard ufficiali.

    Gli attuali standard stabiliti di esposizione sono basati sull'effetto termico ma è ben noto che l'EMF debole potrebbe causare tutta una serie di effetti non termici ma potenzialmente pericolosi sulle singole cellule, tessuti ed organi poiché i sintomi osservati sono ben difficilmente imputabili ad altre concause organiche.

    I campi elettromagnetici possono essere pericolosi non solo a causa del rischio di cancro ma anche di altri problemi di salute compresi l'ipersensibilità, fenomeno caratterizzato dalla complessità e molteplicità dei sintomi dopo esposizione a EMF. Questi sono contrassegnati da processi infiammatori acuti e cronici interessanti la pelle e il sistema nervoso centrale e periferico, quello cardiovascolare, respiratorio e locomotore. 

    In conclusione numerosi studi clinici epidemiologici portano a stabilire un rapporto causale  tra esposizione a campi elettromagnetici e cancro e/o malattie degenerative, metaboliche, disfunzioni neuroendocrine.   Negli studi di segno opposto sarebbe utile accertare con indagini approfondite le fonti dei finanziamenti e verificare e controllare le dichiarazioni di assenza di interessi ideologici o finanziari. Basterebbe considerare il dato documentato che gli EMF, come già spiegato, riducono sempre la concentrazione nel sangue della Melatonina per ammettere, anche se con varianti dovute a tempi di esposizione, frequenza e modalità, il potenziale rischio cancerogeno degli EMF. 

        vedi l'intero articolo Radioattività e cancro















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