venerdì 14 marzo 2025

AGRICOLTURA E AMBIENTE

                        Premesso che gli agricoltori hanno tutte le ragioni di opporsi con tutti i mezzi ad una situazione diventata insostenibile a livello europeo per le troppo basse remunerazioni  attribuite alla produzione;

                     Che la tipologia di questo settore è caratterizzata da attività manuale estremamente pesante e anche pericolosa, sia per la manualità e l'uso di particolari attrezzature, sia per il contatto diretto con veleni e sostanze da maneggiare con estrema precauzione;

                     Che l'agricoltura è sempre stata considerata attività di secondaria importanza e come tale mal pagata, male assistita e ultima ruota del carro anche a livello di pensioni ;

                                          TUTTO CIO' PREMESSO

Si rileva come non solo l'agricoltura fatta a livello intensivo ma anche quella considerata "amatoriale" rappresenti ormai un elemento di inquinamento ambientale non più secondario rispetto a quello industriale o energetico in genere. Oserei dire che ormai non esiste quasi più alcuna attività umana - almeno nel mondo cosiddetto "Occidentale " - che non sia soggetta volontariamente o involontariamente, spesso anche obbligata da cause di forza maggiore, a comportamenti che impattano gravemente sull'integrità dell'ambiente e di conseguenza, sulla salute umana.

             Coloro che operano direttamente manipolando le ormai infinite sostanze che l'industria chimica sforna ormai giornalmente con garanzie e autorizzazioni anche europee ( concesse come abbiamo visto ) basate su contratti economici e studi scientifici accuratamente pilotati, sono quelli che rischiano maggiormente la propria salute e quella della propria famiglia. Ma nessuno rimane esente del tutto perché le sostanze nocive vengono poi trasferite, in un modo o nell'altro, al di fuori dei terreni coltivati e possono colpire animali ( fra cui l'uomo ) e piante.

              Nello studio che voglio sottoporre,  viene evidenziato come tutta la popolazione umana, anche in luoghi molto distanti dalle coltivazioni, viene in un modo o nell'altro, coinvolta nella contaminazione ambientale; la pericolosità maggiore per l'uomo tuttavia è ancora elusa tranquillamente e da tutti ignorata: si chiama "effetto cocktail", lo studio dei danni provocati al corpo umano dal contatto sommatorio di una molteplicità di elementi nocivi con cui contemporaneamente e continuativamente veniamo a contatto o ci nutriamo.

              Naturalmente non credo sia possibile prendere singole iniziative contro un sistema di coltivazione ormai strutturato anche economicamente in un legame fisico chimico psicologico ;  il battage pubblicitario ha radicato anche nel piccolo coltivatore tutte le nozioni utili al marketing finalizzato sempre all'aumento dello smercio di Big Farma ( non vi ricorda qualcosa ?) che deve rendere conto agli azionisti realizzando sempre maggiori introiti. Sono invece i governi che possono intervenire ( come già descritto in altri articoli ) a tutela dell'ambiente, della popolazione e degli stessi operatori, a meno che anch'essi non rinuncino alla propria autorità cedendo ad altri autonomie e sovranità sancite dalla stessa Costituzione, spettacolo penoso a cui purtroppo assistiamo da tempo senza opporre resistenza.

          

 ABSTRACT     12/02/2024

Communications Earth & Environment

                         "    I pesticidi vengono trasferiti al di fuori dei terreni coltivati e possono colpire animali e piante. Qui abbiamo studiato la distribuzione di 97 pesticidi di uso corrente nel suolo e nella vegetazione come matrici centrali di esposizione degli insetti. Il campionamento è stato condotto su 53 siti lungo undici transetti altitudinali nella Val Venosta (Alto Adige, Italia), nella più grande area di coltivazione di mele d’Europa. Sono stati rilevati un totale di 27 pesticidi (10 insetticidi, 11 fungicidi e 6 erbicidi), provenienti principalmente da meleti. Il numero e le concentrazioni dei residui diminuivano con l'altitudine e la distanza dai frutteti, ma venivano rilevati anche nei siti più alti. La mappatura predittiva e basata sul rilevamento indica che le miscele di pesticidi possono essere presenti ovunque, dal fondovalle alle vette delle montagne. Questo studio dimostra una diffusa contaminazione da pesticidi degli ambienti alpini, creando paesaggi contaminati. Poiché sono state rilevate miscele di residui in remoti ecosistemi alpini e aree protette, chiediamo una riduzione dell’uso di pesticidi per prevenire ulteriore contaminazione e perdita di biodiversità. Contenuti simili visualizzati da altri, Esposizione diretta degli insetti ai pesticidi nelle aree naturali protette in Germania Articolo Accesso libero 16 dicembre 2021 Pesticidi in un caso di studio sui sistemi agricoli senza lavorazione del terreno e sulle aree forestali circostanti in Brasile Articolo Accesso libero 10 maggio 2021 Esposizione pervasiva di piccoli mammiferi selvatici alle miscele di pesticidi esistenti e attualmente utilizzate nei paesaggi arabili Articolo Accesso aperto 23 settembre 2022 introduzione I pesticidi di uso corrente (CUP) vengono spesso rilevati all'interno e all'esterno delle aree coltivate, determinando paesaggi chimicamente frammentati1,2. Sebbene il monitoraggio dell’acqua dei pesticidi sia stato stabilito su scala europea in risposta alla Direttiva quadro sulle acque dell’UE3, le misurazioni dei CUP nelle matrici terrestri sono limitate a pochi studi che considerano il suolo 4,5,6,7, la vegetazione8,9,10,11, lombrichi5 e insetti12. 

               La produzione agricola convenzionale intensiva che utilizza pesticidi sintetici non è localizzata solo nelle aree di pianura, ma anche lungo valli e pianure fluviali in regioni montuose come le Alpi europee, dove le condizioni termiche favoriscono il trasporto di pesticidi e l’esposizione dei pendii montuosi13,14. Inoltre, gli ecosistemi alpini popolano una biodiversità unica, ecologicamente sensibile e protetta, rendendo la comprensione dell’esposizione ai pesticidi fondamentale per la conservazione15. Sebbene i CUP si trovino in ambienti montani nell'acqua di disgelo glaciale14,16, negli aghi di pino mugo11 e nei suoli montani17, gli studi che valutano esplicitamente i residui di CUP in matrici terrestri lungo gradienti altitudinali multipli e continui sono rari e, a nostra conoscenza, limitati ai suoli della regione himalayana18 e aghi di pino nelle Alpi neozelandesi19. La Val Venosta (Val Venosta) si trova in Alto Adige (Italia), la zona di coltivazione delle mele più intensiva d'Europa, dove circa 7000 coltivatori di mele producono circa il 10% delle mele europee. Recentemente, è stata documentata la contaminazione da pesticidi negli habitat esterni alle colture, in particolare nei parchi giochi per bambini, nel fondovalle vicino alle piantagioni intensive di mele8,9,10 e anche in una valle laterale senza aree di produzione di mele20. Si ipotizzava il trasporto di pesticidi ad altitudini più elevate e l'esposizione di insetti nel suolo e nella vegetazione lungo i pendii montuosi21, ma non erano stati valutati in precedenza. Pertanto, lo scopo di questo studio era di valutare l’entità della distribuzione e dell’esposizione al CUP in due matrici terrestri chiave per gli insetti: il suolo, dove ad esempio la maggior parte delle api solitarie (circa il 65% delle specie) scavano i loro nidi22 e la vegetazione, che è l’habitat e risorsa alimentare per insetti erbivori come cavallette (ortotteri) o bruchi di farfalle (lepidotteri). Il nostro studio è stato condotto in un paesaggio montuoso con molteplici gradienti altitudinali lungo l'intero asse della valle di 80 km, che differisce nell'intensità della coltivazione delle mele (Fig. 1).


Il campionamento del suolo e della vegetazione in habitat aperti non coltivati lungo undici transetti che vanno dal fondovalle vicino alle piantagioni di mele ai prati sopra la linea degli alberi alpini rende questo studio l’indagine su scala paesaggistica più completa sulla contaminazione da CUP negli habitat terrestri delle Alpi europee. Inoltre, utilizzando il rilevamento dei residui CUP siamo stati in grado di prevedere l’esposizione per l’intera Val Venosta utilizzando l’analisi di regressione e la successiva mappatura. Fig. 1: Mappa della regione di studio, la Val Venosta in Alto Adige, Italia. Figura 1 Sono stati stabiliti undici transetti altitudinali (T1-T11) con 53 siti (punti rossi), dove suolo e vegetazione sono stati campionati tra l'8 e l'11 maggio 2022, dal fondovalle a 2318 m sopra il livello del mare (Mappa di base: Google Satellite 202355) . I transetti T1-T4 & T11 si trovano in Alta Val Venosta (UV), T5 & T6 in Media Val Venosta (MV) e T7-T10 in Bassa Val Venosta (LV) (ulteriori dettagli nella SI Tab. A1). L'area di coltivazione delle mele è contrassegnata in giallo, le acque superficiali in blu ghiacciai in bianco . 

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