RADIOATTIVITA' E CANCRO - CI ESTINGUEREMO IN QUESTO MODO ?

ESISTE UN ANTIDOTO ALLA RADIOATTIVITA' ?

 Non esiste antidoto: un elemento radioattivo continua ad emettere i suoi raggi con un andamento che decresce solo col tempo.

Possiamo però schermarci e per la maggior parte delle radiazioni emesse per decadimento naturale basta poco, una lastra di cristallo (c'è piombo dentro) o una tuta di plastica (le trovi perfino su internet) sono sufficienti nella maggior parte dei casi. Pochi millimetri di piombo in tutti gli altri.

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          Il grave e progressivo aumento della radioattività atmosferica è stato causato dall'indiscriminato e diffuso uso bellico di uranio impoverito in Serbia, nel Kossovo, in Medio Oriente, sopratutto in Iraq, Afganistan, Somalia e nei poligoni militari.  Le radiazioni ionizzanti, mutagene da elementi radioattivi rappresentano sicuramente uno dei massimi rischi di malattie neoplastiche oltre che degenerative.




          Si calcola che i bombardamenti nucleari americani di Hiroshima e Nagasaki, oltre al milione di morti provocato al momento dell'esplosione e nei mesi successivi, abbiano, nel corso degli anni seguenti, causato un numero almeno doppio di decessi per l'induzione di tumori solidi e leucemie. Il numero di test nucleari e incidenti nelle centrali spiegano un così alto tasso di radioattività. Dal 1945 ad oggi sono stati effettuati 2053 test nucleari.

Il caricamento di Little Boy

          Dal 1952 quando a Chalk River ( Canada ) l'errore di un tecnico provocò una reazione che portò alla semi distruzione del nocciolo del reattore, al disastro di Fukushima del 2011, si sono verificati 173 incidenti nucleari. La documentazione dettagliata dei test nucleari e incidenti alle centrali, l'emissione radioattiva e relative radiazioni ionizzanti cancerogene è pubblicata per esteso in vari siti internet.

        

Fukushima

  In un periodo storico in cui il problema del nucleare, sia sul piano politico-militare-strategico che su quello economico energetico, è al centro dell'attenzione, sarebbe utile ripercorrere la storia di questa moderna fonte di energia, protagonista degli ultimi 70 anni.

          La storia del nucleare nel mondo civile e militare è costellata da una miriade di incidenti ed esplosioni sperimentali che costituiscono ancora oggi la prima e più importante evidenza della sua pericolosità non solo per l'uomo, ma per l'intero pianeta. Il tentativo di operare una classificazione completa di questo genere di eventi è impresa ardua: spesso gli incidenti minori sono stati coperti dal segreto militare, come tentarono di fare le autorità sovietiche all'indomani della catastrofe del 1986. La lista degli incidenti alle centrali quindi, deve presumersi molto più lunga di quella che viene quì pubblicata, mentre sulle conseguenze degli incidenti manca ancora oggi un dato ufficiale che consideri non solo le morti, ma anche l'impatto sulla salute dei cittadini nel lungo periodo.

          La radioattività induce il cancro mediante l'emissione di radiazioni ionizzanti, dotate di sufficiente energia da poter ionizzare gli atomi o le molecole con i quali vengono ad interagire; le energie di soglia dei processi di ionizzazione sono dell'ordine di alcuni  eV ( l'elettronvolt - simbolo eV - è unità di misura dell'energia usata in ambito atomico o subatomico ). Ma la caratteristica di una radiazione di poter ionizzare un atomo o di penetrare più o meno in profondità all'interno della materia dipende, oltre che dalla sua energia, anche dal tipo di radiazione e del materiale con cui avviene l'interazione.

          Si dice che una radiazione è ionizzante quando è in grado di produrre in modo diretto o indiretto la ionizzazione degli atomi e delle molecole del mezzo attraversato: è un processo mediante il quale gli atomi ( che quando sono stabili sono elettricamente neutri ) acquistano o perdono elettroni diventando elettricamente negativi o positivi ( e quindi instabili ). Quando la radiazione ionizza molecole di DNA, ad esempio delle cellule cutanee, induce basi adiacenti di timina a formare legami covalenti interferendo con i meccanismi di copia e in generale, con il funzionamento dell'acido nucleico. Il tutto può portare delle mutazioni genetiche che sfociano in episodi di cancro o teratogenesi ( mutazioni dei feti ).

Sarà utile riflettere su questi dati per prendere coscenza che la pericolosità delle radiazioni è moltiplicata dall'estensione nel tempo. Il decadimento è un processo in cui gli atomi instabili emettono elettroni o altre particelle subatomiche al fine di raggiungere la stabilità.

Il processo di decadimento radioattivo

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ELEMENTO                            -  TEMPO DI DIMEZZAMENTO

calcio  ......................................          164 giorni                                

carbonio...................................          5730 anni                                 

cesio.........................................           30 anni                                    

fosforo.....................................           14,3 giorni                               

idrogeno..................................            12,26 anni                              

iodio ........................................            8,07 giorni                             

potassio...................................            1,3 x 109 anni                        

radio.......................................             1509 anni                               

sodio ......................................              15 ore                                    

stronzio ..................................             28 anni                                  

tecnezio .................................              6,02 ore                                 

torio ......................................               8 x 104 anni                         

uranio ...................................              4,51 x 109 anni                     

 ........... Esposizione a radiazioni ionizzanti può provenire sia da fonti naturali che artificiali. Noi siamo continuamente esposti a radioisotopi naturali contenuti negli alimenti; nell'acqua, nel suolo, nelle rocce e nelle piante e di conseguenza, nei materiali da costruzione, sia per quanto riguarda le abitazioni od altro. Una delle più grandi fonti di radiazione naturale è il gas RADON proveniente dal sottosuolo, e un'altra fonte naturale sono i RAGGI COSMICI.

         I livelli di questa radiazione, spesso indicata come radiazione di fondo, variano con l'altitudine, la geologia ed il tipo predominante di materiali utilizzati per la costruzione di case od altri edifici. Quindi la quantità di esposizione alle radiazioni naturali è legata al posto in cui si vive.

         Per quanto riguarda le fonti non naturali di esposizione alle radiazioni, non viene considerata ma occultata per motivi politici la principale: Il continuo e rapido incremento in atmosfera per l'impiego bellico di uranio impoverito ed esperimenti nucleari.


         Una fonte meno significativa, anche se non trascurabile, deriva da procedure mediche tra cui la diagnostica per immagini, la medicina nucleare e la radioterapia. In media, la dose derivante dalle procedure mediche è simile a quella ricevuta dalla radiazione di fondo ( raggi cosmici, radon ed altre fonti naturali ).Tuttavia il contributo medico all'esposizione è in rapido aumento come risultato di una più ampia applicazione di strumenti di diagnostica sempre più potenti. 

IL PERIODO DI LATENZA

     E' il periodo tra l'esposizione e la comparsa di un tumore indotto: per le leucemie è generalmente più breve di quello per la comparsa di tumori solidi. A seconda della dose le leucemie possono iniziare a comparire già due anni dopo l'esposizione con un picco di incidenza che si verifica tra i quattro e gli otto anni mentre dopo questo picco comincia a declinare a valori basali senza rimanere elevato per tutta la vita.

        Gli studi indicano un periodo di latenza minimo da cinque a dieci anni per i tumori solidi ma per esposizione a basse dosi questi non appaiono fino a dieci anni o più e non è insolito che il periodo di latenza sia superiore a venti anni. Questo periodo è sicuramente influenzato da una varietà di fattori dell'ospite.

        Allo stato attuale si ritiene prudente ritenere che un aumentato rischio per i tumori solidi rimanga elevato per tutta la vita dell'individuo. Per approfondire bisognerebbe analizzare una grande popolazione per tutta la vita. Per esempio, quando la popolazione dei sopravvissuti alla bomba atomica avrà vissuto tutto il periodo di vita e lo studio verrà completato, allora sarà possibile rispondere all'importante questione con più precisione.

RELAZIONE TRA CANCRO E DOSI DI RADIAZIONE ASSUNTE

              Stime attendibili del rischio a basse dosi sono essenziali per la regolamentazione di esposizioni ambientali e occupazionali. Tali informazioni inoltre sono importanti nelle decisioni relative ad applicazioni mediche delle radiazioni quando bisogna valutare il rapporto rischi/benefici.Due esempi sono degni di nota in questo senso. Il primo è il dibattito sull'uso della mammografia come screening generale per il cancro al seno e l'età in cui dovrebbe essere iniziato:La questione è se i benefici di questo approccio per rilevare tumori al seno precoci siano superiori ai rischi di indurre nuovi casi di tumore dovuti alla dose cumulata di radiazioni ricevute.

    Il secondo esempio, più recente, riguarda i rischi connessi alla TAC pediatrica. Per questa procedura le dosi somministrate ai singoli bambini sono da dieci a quindici volte superiori a quelle di una procedura mammografica: in tal caso esiste un'evidenza diretta di un aumentato rischiodi cancro. Gli studi confermano un numero significativo di nuovi casi di tumore attribuibili a questa procedura terapeutica.

 RADIAZIONI UV 

Il cancro della pelle è una delle forme più comuni di cancro e la sua incidenza è in forte aumento.Circa 80% di tutti i tumori della pelle di tipo non-melanoma sono carcinomi a cellule basali mentre l'altro 20% carcinomi a cellule squamose. La mortalità per questi tipi di cancro è bassa, ma


questo non è il caso del melanoma cutaneo maligno, la cui incidenza è fortemente aumentata negli ultimi decenni.  Una delle principali cause di tutte le forme di cancro della pelle è la luce UV del sole. Esso è più frequente infatti nelle popolazioni che vivono in regioni con elevato irraggiamento solare ed in individui più esposti a causa della loro occupazione ( agricoltori ) inoltre è più frequente in siti anatomici che sono più esposti alla luce del sole come la testa, il collo e le braccia.     A livello mondiale l'incidenza del cancro della pelle è strettamente dipendente dalla latitudine, in rapporto diretto con il livello di luce e UV, a cui si aggiunge ora anche l'andamento della fascia di ozono in alta atmosfera che ha sempre costituito importantissimo scudo protettivo, ora messo come sappiamo, in posizione di progressivo squilibrio dal costante aumento di inquinamento .

   Da notare che l'incidenza del cancro della pelle di tipo non-melanoma sta aumentando nei paesi sviluppati anche per la crescente pratica dell'abbronzatura artificiale, mediante uso di lampade abbronzanti. Il rischio è più alto se tale pratica avviene prima dei 25 anni. 

  CAMPI ELETTROMAGNETICI  






          

 

 

 

Sono stati ipotizzati vari meccanismi d'azione degli EMF tra cui un 'interferenza con la sintesi e l'attività della MLT ( melatonina ). Per dare qualche cenno sommario circa i campi elettromagnetici è necessario considerare che le cariche elettriche statiche generano un campo elettrico che, quando messo in movimento, produce un campo magnetico.  Se un elettrodomestico collegato dalla spina alla presa di corrente è spento, produce solo un campo elettrico, se è in funzione invece induce un campo magnetico per la progressione della corrente nei cavi ed il suo movimento nei motori elettrici utilizzati. Pertanto campi elettrici e magnetici generalmente coesistono mentre la definizione di campo elettromagnetico si riferisce ai campi elettromagnetici alternati.

     Campi elettromagnetici a frequenze molto basse sono quelli indotti da linee elettriche ed elettrodomestici mentre quelli a frequenze più alte sono quelli generati da radiofrequenze, telefoni cellulari, ripetitori televisivi e delle comunicazioni, forni a microonde. Campi magnetici poi ad altissima frequenza sono quelli indotti da raggi X, ultravioletti e gamma. Gli effetti biologici sono relativi alla frequenza perché esiste un rapporto di proporzionalità diretta tra frequenza ed energia elettromagnetica che cresce al crescere della frequenza. Il campo magnetico è difficilmente schermabile, attraversa ogni materiale e induce correnti elettriche secondarie corporee circolari.

I PARERI SUL RAPPORTO CANCRO/CAMPI ELETTROMAGNETICI NON SONO CONCORDI.  L'Agenzia Internazioneale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici come cancerogeni del gruppo 2B, ovvero come sospetti agenti cancerogeni per i quali vi è una limitata prova di cancerogenicità negli esseri umani e un'insufficiente prova DI CORRELAZIONE NEI MODELLI ANIMALI. La maggior parte degli studi non ha stabilito nessuna chiara corrispondenza tra i due fenomeni né in ambiente domestico né lavorativo. 

   L'unico dato certo sarebbe un'inibizione sul rilascio di melatonina con riflessi sull'equilibrio neuroendocrino. Un abbassamento del tasso ematico di MLT, ormai considerata una molecola oncostatica biologica fisiologica, potrebbe però favorire l'insorgenza di neoplasie e portare a revisionare gli attuali limiti di tollerabilità degli EMF (Electro Magnetic Fields ). L'ipotesi riguarda particolarmente le neoplasie ormono-dipendenti per la capacità della MLT di diminuire la quantità in circolo di prolattina, potente fattore di crescita cellulare e di proliferazione neoplastica, degli estrogeni e del testosterone. Gli estrogeni e la prolattina nei tumori mammari e dell'utero rappresentano potenziali fattori oncogeni come lo è il testosterone nelle neoplasie prostatiche e testicolari.      Gli studi di laboratorio e gli esperimenti condotti prevalentemente sui ratti sono insufficienti e inadeguati per una diretta quantificazione del rischio cancerogeno.Ricerche sono in corso in USA e in Europa.

    L'esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza artificiale è aumentata notevolmente negli ultimi decenni. Pertanto c'è un crescente interesse scientifico e sociale per eventuali danni sulla salute anche per esposizione significativamente al di sotto degli standard ufficiali.

    Gli attuali standard stabiliti di esposizione sono basati sull'effetto termico ma è ben noto che l'EMF debole potrebbe causare tutta una serie di effetti non termici ma potenzialmente pericolosi sulle singole cellule, tessuti ed organi poiché i sintomi osservati sono ben difficilmente imputabili ad altre concause organiche.

    I campi elettromagnetici possono essere pericolosi non solo a causa del rischio di cancro ma anche di altri problemi di salute compresi l'ipersensibilità, fenomeno caratterizzato dalla complessità e molteplicità dei sintomi dopo esposizione a EMF. Questi sono contrassegnati da processi infiammatori acuti e cronici interessanti la pelle e il sistema nervoso centrale e periferico, quello cardiovascolare, respiratorio e locomotore. 

    In conclusione numerosi studi clinici epidemiologici portano a stabilire un rapporto causale  tra esposizione a campi elettromagnetici e cancro e/o malattie degenerative, metaboliche, disfunzioni neuroendocrine.   Negli studi di segno opposto sarebbe utile accertare con indagini approfondite le fonti dei finanziamenti e verificare e controllare le dichiarazioni di assenza di interessi ideologici o finanziari. Basterebbe considerare il dato documentato che gli EMF, come già spiegato, riducono sempre la concentrazione nel sangue della Melatonina per ammettere, anche se con varianti dovute a tempi di esposizione, frequenza e modalità, il potenziale rischio cancerogeno degli EMF. 

BIBLIOGRAFIA

 












BATTERI E CARCINOGENESI

 IL MICROBIOTA INTESTINALE

Lactobacillus : ne esistono varie specie



Nell'intestino risiedono circa 400 - 500 specie di microrganismi: batteri, funghi, virus e protozoi. E qui è il 70% dell’intero sistema immunitario. I microbi intestinali sono essenziali alla maturazione e allo sviluppo del sistema immunitario.   Se pensiamo che da studi pubblicati dal Meyer di Firenze si è visto che il microbiota dei bambini cresciuti nelle zone più povere del globo ( Burkina Faso ) è molto più vario dei nostri e che loro vanno assai meno soggetti a patologie del sistema immunitario, comprendiamo che un'alimentazione ricca di fibre ed essenzialmente vegetariana  è molto più salutare di quella occidentale carica di zuccheri, grassi e una sterminata quantità di sostanze di sintesi ( mai esistite in natura ) fra cui anche fitofarmaci, antiparassitari, erbicidi e non ultimi, antibiotici, assunti in maniera indiretta ma costante.

            Gli scienziati fiorentini che hanno studiato il microbiota intestinale dimostrano che esiste una stretta correlazione tra quello che mangiamo, i microbi residenti nell'intestino e il nostro stato di salute generale. La dieta ricca di frutta e verdura e povera di carne come quella vista nel Burkina Faso è assai simile a quella dell'uomo dell'era preindustriale con cui ci siamo nutriti ( per millenni ) di molti vegetali e poca carne.

Una biodiversità assai maggiore si rileva infatti nell'intestino delle rare popolazioni "incontaminate" ancora presenti sul pianeta in cui si trova il 50% in più di specie microbiche rispetto a quelle trovate nel microbiota di nordamericani ed europei.  Evidente quindi che la dieta ricca di fibre è basilare per la "popolazione" del nostro microbiota intestinale, e già quella cosiddetta Mediterranea risulta migliore di tutte quelle che troviamo in giro.  Occorrerà tuttavia provvedere anche a "ripopolare"  il microbiota con tutta una serie di microbi e batteri che risultano ormai estinti nella popolazione moderna, conservando e allo stesso tempo proteggendo tutto l'insieme della "flora/fauna batterica" utile e necessaria non solo all'effettuazione dei processi digestivi ma anche influente sullo stato di benessere generale, non escluso pure quello psicofisico.

                                           

   Se diverse infezioni virali sono state messe in relazione causale con l'insorgenza di tumori, anche diversi specifici batteri possono favorirli o rappresentare una concausa o una condizione che ne favorisce l'insorgenza. Al solito, il sistema immunitario è una linea importantissima di difesa sia antinfettiva che antitumorale, sistema che può essere compromesso da infezioni con inversione del meccanismo omeostatico antiblastico per gli effetti mutageni delle citochine rilasciate dalle cellule infiammatorie.


         HELICOBACTER PYLORI

     La maggior parte dei tumori gastrici è rilevata in età avanzata e di conseguenza, la prognosi rimane generalmente infausta, anche dopo chirurgia radicale e terapia adiuvante.  I tumori gastrici sono preceduti e associati a infiammazione gastrica cronica. Dati raccolti negli ultimi venti anni hanno evidenziato che la causa comune di queste gastriti è un'infezione persistente da Helicobacter Pylori.

        Circa il 70% di tutti i tumori gastrici in tutto il mondo sono direttamente attribuibili all'infezione di questo batterio.  Attualmente circa la metà della popolaziome mondiale è infetta con Helicobacter Pylori con tassi nel mondo sviluppato che si aggirano sul 70%; la colonizzazione gastrica è di solito asintomatica. Il 20%  della popolazione infetta può sviluppare alterazioni para neoplastiche in diverse decadi con evoluzione in carcinoma solo nel 2% dei casi.


        Tra i meccanismi cellulari importanti nella carcinogenesi da H.Pylori è l'induzione dello stress ossidativo e nitrosativo con conseguente danno DNA.Infine con la deplezione e sostituzione delle difese antiossidanti e delle risposte danno-riparazione gli errori genetici che si verificano sotto la pressione del turnover epiteliale gastrico possono accumularsi e rendere irreversibile la trasformazione neoplastica.  Molti di questi eventi si verificano nella mucosa gastrica infiammata in modo cronico e sono comuni con le altre malignità associate all'infiammazione, mentre alcune sono strettamente correlate all'infezione da H.Pylori che produce eventi precursori del cancro come l'isola di patogenicità CAG che induce alterazioni nella morfologia cellulare e altera la via di segnale e l'espressione genica.

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La presenza dell'Helicobacter Pylori (H.P.) impone una terapia di eradicazione del batterio in ogni caso, anche quando non vi è sintomatologia nel paziente, eventualità molto diffusa. Sappiamo infatti che la presenza del batterio nello stomaco è la causa dell'ulcera peptica, della gastrite o della neoplasia dello stomaco (adenocarcinoma, linfoma gastrico), ma sappiamo anche che l'infezione da H.P. è spesso asintomatica e produce col tempo la gastrite cronica e le sue varie possibili complicanze. Inoltre vengono ormai associate all'Helicobacter Pylori anche alcune patologia extragastriche. Vi è perciò una sicura indicazione alla eradicazione in ogni caso in cui si accerti la presenza dell'Helicobacter Pylori, indipendentemente dalla sintomatologia accusata dal soggetto. L'eradicazione di Helicobacter Pylori riduce l'incidenza di ulcere e complicanze associate ad un sanguinamento.  Uno screening a tappeto e l'eventuale eradicazione del batterio ( con facili metodi e farmaci oggi disponibili ) dovrebbero essere pertanto una delle mete primarie di una sanità pubblica funzionante.----

        CHLAMYDIA PNEUMONIAE                   


       E' un bacillo gram negativo intracellulare che causa infezione respiratoria in più del 50% degli adulti provocando polmonite correlata all'aumento di rischio di tumore del polmone. Nei carcinomi polmonari sono stati osservati alti valori dell'anticorpo di C.Pneumoniae e un rischio almeno doppio di sviluppare neoplasie polmonari a cellule squamose e in minore percentuale microcitomi e adenocarcinomi polmonari in presenza di IgA elevate contro il C.Pneumoniae, sopratutto nei fumatori.

      L'infezione è stata evidenziata nella metà circa di 230 casi di fumatori con microcitoma polmonare. Le infezioni croniche da C. pneumoniae sono state rilevate statisticamente più frequentemente in maschi con tumore dell'età di 55 anni o meno.   Anche il tumore ovarico sembra interessato: Si pensa che le infezioni da Chlamydia inducano una persistente infiammazione con incremento del rischio di sviluppare un tumore delle cellule epiteliali ovariche.

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   MYCOBACTERIUM TUBERCOLOSIS           

    Diversi riscontri conducono alla supposizione che il Mycobacterium Tubercolosis possa causare lo sviluppo di tumori.    Steinitz ha riportato che individui con storia clinica di tubercolosi hanno avuto un rischio maggiore di cinque volte ( dieci per le donne ) di tumore del polmone rispetto ai soggetti di controllo.


      Studi ulteriori hanno anche dimostrato che vi era una tendenza allo sviluppo di carcinomi broncogeni nel lobo polmonare coinvolto dall'infezione tubercolare .

  Il bacillo di Koch o Mycobatterium Tubercolosis è il batterio che provoca la tubercolosi.La tubercolosi è una malattia contagiosa che si trasmette per via aerea. Attacca solitamente i polmoni ma può colpire anche altre parti del corpo (pleura, ossa, apparato urogenitale, sistema nervoso). La ricerca del M. tubercolosis può essere eseguita attraverso l'esame colturale dell'Espettorato o sui materiali biologici proveniente dalle altre parti del corpo colpite dall'infezione (pleura, urine, sperma).

 Trattamento
La cura della tubercolosi si avvale di numerosi farmaci i quali, somministrati in associazione tra loro e per adeguati periodi di tempo, consentono non solo di ottenere la guarigione clinica ma anche di debellare il microrganismo evitando le ricadute. 

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        STREPTOCOCCUS BOVIS                                

     Anche se S.Bovis fa parte della flora batterica normalmente residente nel tratto gastrointestinale umano,  è la seconda maggiore causa di endocarditi da streptococco, ed è frequentemente associato anche a lesioni gastrointestinali e specialmente al carcinoma del colon.

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